Il prezzo dell’incertezza

Il metodo del dialogo costruttivo appare la via maestra, in un frangente di inattese emergenti tensioni internazionali, per affrontare le questioni poste dalla nuova Presidenza degli Stati Uniti con l’obiettivo di evitare le escalation delle guerre commerciali e scongiurare il rischio di una possibile recessione mondiale.
Le economie italiana ed europee, naturalmente vocate all’export, con flussi significativi di interscambio con le maggiori Nazioni, tra cui gli Stati Uniti, sono chiamate a fronteggiare non solo le conseguenze di nuove più elevate tariffe commerciali ma anche, contestualmente, gli effetti indesiderati di un eccessivo apprezzamento dell’euro sul dollaro: una dinamica monetaria che rischierebbe di tradursi in una sorta di extra dazio che frenerebbe ulteriormente le esportazioni.
In uno scenario globale nel quale i fondamentali economici, i movimenti valutari e gli andamenti dei mercati sono intensamente e costantemente interconnessi, influenzandosi reciprocamente, gli annunci di azioni e contro-reazioni tariffarie hanno avuto un’inevitabile destabilizzante impatto sui mercati. Occorre, in tal senso, operare con freddezza e spirito analitico, confortati dall’auspicio che, una volta raffreddate le tensioni, agli annunci unilaterali possano seguire incontri e mediazioni finalizzati a definire intese concordate, in particolare per i comparti tradizionali come il manifatturiero ma anche per ambiti più innovativi come le tecnologie, Big Tech inclusi.
Vi è la consapevolezza che possibili difficoltà delle imprese potrebbero avere impatti sulle banche, in particolare sulle banche commerciali, che sono l’elemento di connessione di tutta l’economia e che vedrebbero i propri conti economici appesantiti da nuovi crediti deteriorati. Il clima di incertezza si tradurrebbe infatti in minor propensione agli investimenti delle imprese, che in Italia soffrono da due anni un rallentamento delle produzioni industriali, e anche le banche ne risentirebbero.
Bisogna operare all’insegna dell’ottimismo della ragione per fugare simili esiti avversi.
E se appare prioritario soffocare ogni focolaio di possibili tensioni commerciali, appare ineludibile e parimenti urgente creare le condizioni, per tutte le imprese incluse quelle bancarie, affinché esse operino con maggior dinamicità in un contesto di regole più semplici ma di certo non meno stringenti, con l’obiettivo di una stabile certezza prospettica delle norme e delle regolamentazioni. Finché non vi saranno gli auspicati codici europei di diritto bancario, finanziario, tributario e penale dell’economia, occorre che le politiche nazionali assicurino un equo quadro competitivo, con regole e controlli che garantiscano, innanzitutto nell’Unione Bancaria europea, norme e comportamenti basati sull’uguaglianza dei punti di partenza della concorrenza.


The Price of Uncertainty

In times of unexpected international tensions, constructive dialogue stands out as the best path forward to address the challenges raised by the new U.S. administration – that is, to avoid trade war escalations and the threat of a global recession. Italy and Europe, deeply export-oriented and closely tied to major economies like the U.S., now face not only higher tariffs but also the negative effects of a stronger euro compared to the dollar, an economic dynamic that could act as an “extra tariff” on exports.
In a global scenario in which economic fundamentals, currency movements, and market trends are tightly interconnected, announcements of tariff actions and counter-reactions have had an inevitable destabilizing impact on markets. A calm, analytical approach is therefore necessary, in the hope that, once tensions cool down, unilateral measures will give way to negotiation, especially in traditional sectors like manufacturing and in fast-evolving fields like tech and Big Tech. There is growing awareness that pressures on businesses could spill over into banks, especially commercial ones, which are the backbone of the economy. While it is crucial to defuse trade tensions, it is equally urgent to ensure that all businesses can operate more dynamically under simpler yet solid rules, with stable legal frameworks. Until unified European banking, financial, tax, and penal economic laws are in place, national policies must ensure a fair competitive framework, with norms and behaviours based on equal starting points for competition.